DIALOGO SUL FUTURO DELL’EUROPA
Un tecnocrate e un burocrate a confronto
Gianfranco Pasquino – Roberto Santaniello
INTRODUZIONE
Conoscere per deliberare e, addirittura, per votare. Se prendiamo per buona la tesi che sostiene che le elezioni del Parlamento Europeo di fine maggio 2019 potranno essere disgreganti oppure (ri)fondanti, allora diventa indispensabile, imperativo che gli elettori europei conoscano quello che potrebbero perdere, vale a dire, l’Unione Europea che c’è, nella sua interezza oppure in componenti importanti. Sarà compito dei partiti, dei candidati, degli opinion-makers delineare l’Unione Europea che vogliono, quella che cercheranno di cambiare per averne di più o di meno, comunque, più o meno diversa dall’attuale, argomentando e persuadendo.
L’Unione Europea che c’è è stata variamente criticata sia da coloro che sono favorevoli al progetto storico di costruzione di un grande sistema politico sovranazionale, federale sia da coloro che vi si oppongono. Non abbiamo nessun dubbio sulla legittimità delle critiche; ne nutriamo numerosi sulla loro validità poiché molto, troppo spesso le critiche sono basate su scarsa e inadeguata conoscenza dei fatti, delle istituzioni, delle regole che riguardano l’Unione Europea e il suo funzionamento. Di qui, la nostra decisione di contribuire ad una migliore conoscenza dell’UE attraverso uno scambio di idee, non paludato e, talvolta, scherzoso, fra due tipi ideali: un Burocrate e un Tecnocrate. Sono le due figure “europee” più spesso criticate da coloro che affermano di volere un’Europa dei cittadini e di loro rappresentanti democraticamente eletti e responsabili. Nessuno dovrebbe, peraltro, sottovalutare la necessità in qualsiasi sistema politico complesso, e l’Unione è inevitabilmente complessa, di burocrati impegnati in un intenso lavoro giorno per giorno e di tecnocrati che apportano le loro indispensabili competenze e conoscenze. Neanche in Europa è possibile applicare il precetto “uno vale uno”. A seconda dei compiti e dei problemi, c’è sempre uno che vale più di altri, che più di altri possiede le conoscenze per affrontare e risolvere quei problemi e i successivi.
Siamo, Burocrate e Tecnocrate, entrambi europeisti, a ragion veduta e per esperienze acquisite. L’Europa è il luogo dove siamo nati, abbiamo studiato e vissuto; è il luogo nel quale preferiamo vivere. Anche per questo ottimo motivo vorremmo renderlo migliore con la riflessione, la ragione, l’azione. Il nostro dialogo ruota attorno ai pregiudizi e agli stereotipi più comuni e mira a svelarne la fragilità e gli errori al tempo stesso che offre il massimo di informazioni utili a saperne di più, molto di più. Avremo raggiunto il nostro obiettivo se qualche lettore diventerà più europeista. Con lui/lei costruiremo un’Europa più democratica, più efficiente, più solidale, più giusta. Si può.
Gianfranco Pasquino, Professore emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna, già Senatore della Repubblica per tre legislature, cinque lauree ad honorem e Accademico dei Lincei, si vanta di essere un tecnocrate perché rispetta le competenze altrui (e ha abbastanza convinzione nelle proprie) e rivendica di sapere usare e applicare la sua scienza politica.
Roberto Santaniello, Funzionario della Commissione europea, varie esperienze alle spalle, ma da sempre impegnato nella comunicazione e nell’informazione, consapevole di essere un civil servant europeo, accetta suo malgrado di essere definito burocrate, cioè grande conoscitore delle istituzioni europee e dei suoi meccanismi politici ed istituzionali.
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Ci ha lasciato Carlo Ripa di Meana, uomo coraggioso con il sorriso
6 marzo 2018Un politico europeo coraggioso !
Da pochi giorni ci ha lasciato Carlo Ripa di Meana. Molti dei commenti rilasciati dopo la sua dolorosa scomparsa si sono concentrati sulla sua vita insieme a Marina Ripa di Meana. Un po meno (tanto di meno) sui suoi percorsi politici ed ancor meno sulla sua attività di uomo politico europeo dal 1979 al 1992. Carlo Ripa di Meana è stato infatti membro del Parlamento europeo nella prima legislatura eletta (1979/1984) a suffragio universale e diretto e per due volte membro della Commissione europea, presieduta da Jacques Delors. Ripa di Meana è stato un eccellente commissario nel momento di più grande fulgore dell’esecutivo europeo. Sono stati gli anni del progretto del grande mercato interno e dell’unione economica e monetaria. Proprio in quel periodo sono stati aperti i più importanti cantieri della costruzione comunitaria. Ripa di Meana ha dato il suo contributo a questi du cantieri e in due particolari ambiti. Nell’Europa della cultrura e dell’ambiente. Sulla scia del Progetto Spinelli, (il progetto per trasformare le Comunità europee in Unione europea) che egli stesso aveva quando era parlamentare europeo, Ripa di Meana durante il suo mandato si è impegnato a dare contenuti concreti all’Europa dei Cittadini, primo passo per lo sviluppo della cittadinanza europea che fu poi formalmente introdotta dal Trattato di Maastricht. Grazie a questo impegno, la Commissione europea contribui all’elaborazione del Rapporto Adonnino, redatto congiuntamente al più noto Rappporto Dooge che preparo i contenuti delle riforme istituzionali previste dall’Atto unico europeo (1986). Dal rapporto Adonnino, sono venuti alla luce tra l’altro i simboli dell’Unione europea (inno, bandiera, motto) e il programma di più grande successo della storia comunitaria, Erasmus. Nel suo secondo mandato Ripa di Meana é stato commissario europeo all’ambiente. Grazie alle disposizioni inserite nell’Atto unico, che hanno dato una base giuridica a questa politica, la Commissione europea ha messo in cantiere una strategia attraverso cui è nata l’attuale politica di protezione dell’ambiente, di cui l’Europa è all’avanguardia. Ripa di Meana ne è stato coraggioso propulsore, coraggio che non ha lesinato quando era il momento di chiedere agli Stati membri di recepire la legislazione europeea. Malgrado il suo rassicurante sorriso, Ripa non ha guardato in faccia nessuno, nemmeno la Lady di Ferro, Marghareth Tatcher, quando decise di inviare alla Gran Bertagna undici lettere di messa in mora per la mancata valutazione di impatto ambientale di altrettante autostrade. Ripa di Meana, un uomo di cultura e con il sorriso aperto e contagioso. Ma anche uomo di coraggio e di grande spessore politico. Gran costruttore dell’Europa. E’ cosi che vogliamo ricordarlo,.
Roberto Santaniello
Rimaniamo connessi anche sui social dello #StudioEuropa
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