Salutiamo anche noi il Prof. Stefano Rodotà, uomo politico e autorevole membro della comunità accademica, da sempre impegnato nella salvaguardia dei diritti.
Tra i tanti commenti che sono seguiti alla sua scomparsa, non abbiamo letto o sentito alcun riferimento al suo apporto all’elaborazione della Carta dei Fondamentali dell’Unione europea, conosciuta come Carta di Nizza ( http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A12012P%2FTXT ).
Questo documento, che rappresenta una pietra miliare nella storia dell’Unione europea come Comunità di diritto, è stata elaborato nel 2000 da una Convenzione ad hoc di 62 membri presieduta dall’ex presidente della Repubblica federale tedesca, Roman Herzog. Insieme ad Elena Paciotti e Piero Melograni, Rodotà faceva parte della delegazione italiana, . L’uomo dei diritti non poteva che essere uno degli architetti della Carta europea dei diritti fondamentali. Dal 2007, la Carta ha un valore giuridicamente vincolante e può essere invocata in giustizia. Rendiamo merito al Prof. Rodotà di aver contribuito ad un sostanziale rafforzamento dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Ci piace ricordarlo con le sue parole.
RS
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Sostiene Fischer
mercoledì, giugno 28, 2017Sostiene Fischer
Il 12 maggio 2000, Joschka Fischer, allora Vice Cancelliere e Ministro degli esteri del governo della Repubblica Federale tedesca, pronunciò un famoso discorso di fronte agli studenti dell’Università Humboldt di Berlino. Il leader dei Verdi fece sentire la sua voce nel dibattito politico che si era aperto sulla futura architettura del Continente europeo che precedette la sfortunata stagione costituente (2003/2004) che ha consegnato alla storia europea il primo tentativo di dotarla di un trattato costituzionale. Fischer, a differenza di altri colleghi, si dichiarò apertamente e coraggiosamente in favore di una federazione. Il titolo della sua prolusione – “Dalla confederazione alla federazione” – non lasciava adito a dubbi sulla visione politica del capo della diplomazia tedesca. Diciassette anni più tardi, in un ben diverso contesto politico, Fischer torna a parlare di futuro di Europa. Lo fa in un articolo (pubblicato martedì 24 giugno dal “Sole 24ore”) molto meno solenne e in una veste ben diversa da quella in cui pronunciò il suo discorso berlinese. I concetti espressi dal ex leader dei Verdi sono altrettanto espliciti e assertivi. Fischer prende spunto dalle parole pronunciate dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel nel suo recente comizio elettorale a Monaco di Baviera, durante il quale ha invitato “gli europei a prendere in mano il nostro destino”. Egli fornisce la sua lettura del discorso che tanto scalpore ha suscitato nei commenti che ne sono seguiti. Fischer sgombera il campo da alcuni equivoci e soprattutto dal presunto affievolimento dello spirito transatlantico della Cancelliera tedesca. Per Fischer, ma soprattutto per colei che si appresta con molta probabilità a guidare ancora una volta il governo della Repubblica federale tedesca, non ci sono alternative possibili al rafforzamento dell’Europa. Un’ Europa forte è la migliore risposta alle sfide della globalizzazione e all’ imperativo di mantenere solido il ponte transatlantico (RS).
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